mercoledì 15 agosto 2018

DA DOVE VENIAMO? DOVE ANDIAMO? UN SGUARDO ALL'INTERNO DI "ORIGIN" DI DAN BROWN

Ciao!
Oggi parlerò di Origin. Finito di leggere qualche minuto fa.

Origin 
Dan Brown




"Da dove veniamo?"
"Dove andiamo?"

La storia riguarda un'altra avventura dell'ormai amatissimo professor Langdon. Questa volta il nostro professore si trova in Spagna, dove sta per assistere ad un annuncio importantissimo di un futurologo famoso in tutto il mondo, suo amico, che lo ha pregato di partecipare all'evento.
Il futurologo, Edmond Kirsch, giorni prima, era riuscito ad ottenere un incontro segretissimo con tre figure importanti del contesto religioso mondiale. Durante l'incontro, aveva fatto vedere loro una presentazione in cui riusciva a dare risposta a due domande: "Da dove veniamo?"; "Dove andiamo?".
I tre personaggi rimangono sconvolti dalla presentazione. Il futurologo inoltre, anticipa la visione della presentazione al mondo intero, rispetto alla data conferita ai tre.
Purtroppo però, la sera del grande evento, qualcosa va storto e il nostro professor Langdon, grazie all'aiuto di una compagna di avventura e un inaspettato amico, dovrà trovare il modo di far vedere al mondo intero la scoperta del suo amico Edmond Kirsch.


Le classiche domande che hanno sempre affollato la testa di ogni essere umano, si ripetono incessantemente nel corso della narrazione:

Esiste Dio?
Come è possibile l'esistenza?
Cosa succederà dopo?
Come facciamo ad essere così?

E così via dicendo, tutte domande riassunte in altre due:

Da dove veniamo?
Dove andiamo?

Ecco le domande principali del libro, a cui verrà data una risposta.

La lettura mi ha intrigato molto e quasi non riuscivo a staccare gli occhi dal libro. Rispetto al precedente "Inferno" che, onestamente, non sono riuscito a finire, questo mi ha ridato emozione e fiducia in uno degli scrittori che fino ad ora riesce a colpirmi sempre. Il libro è molto scorrevole e di nuovo ritrovo una delle cose che più apprezzo di Dan Brown, ovvero i piccoli capitoli, poche pagine, stacca e riprende il filo. Cosa che a mio modesto parere è utilissima per chiudere il libro, senza poi dover riprendere le fila di un discorso di decine e decine di pagine.
Sicuramente questa è una lettura impegnativa, una di quelle letture che credo si debbano fare in completa solitudine, senza televisori accesi in sottofondo o con gente accanto. Come sempre, inoltre, da apprezzare sono le numerose ricerche condotte dallo scrittore.
C'è chi critica lui e il suo modo di scrivere e ho letto qualche critica, personalmente non la penso in questi termini, penso anzi che dia spunti di ricerca e nozioni che, in un mondo quale quello attuale, non sono da buttare, in un romanzo.

Le domande su Dio e sulla religione sono un punto fisso, forse, di questo ciclo di libri. Da una parte il team scienza, che crede solo ai fatti e dall'altra il team religione che crede ad entità che non si vedono e toccano ma che si sentono.
Forse però, il vero punto interrogativo è: "Se esistesse un punto d'incontro?"
Questo punto interrogativo, verrà sottolineato verso la fine.
Forse si perde troppo tempo a combattersi l'un l'altro. Se solo la mente umana decidesse una buona volta di collaborare.

È solo una storia però a mio parere dà molti spunti di riflessione. Su Dio, sulla scienza e sull'essere umano.
Personalmente, sono uno studente di ingegneria e la scienza è il mio pane quotidiano...però sono anche un credente. Dovrei essere combattuto, da un lato o dall'altro. In realtà sono contento. Per il fatto che, qualunque sia la verità, se un giorno dovessimo scoprirla, sarà comunque una scoperta affascinante e questo mi fa brillare gli occhi. Allo stesso tempo, penso che ci possa essere un punto d'incontro tra Dio e la scienza. Attenzione però, Dio, non le religioni. Le religioni, purtroppo, sono un'altra cosa. Ma questo è solo un mio pensiero e non credo sia il luogo giusto per parlarne.

Da dove veniamo? 
Dove andiamo?
Siete ancora qui? Andare a leggere questo libro!




lunedì 13 agosto 2018

SCRITTORI APPENA NATI?

Ciao a tutti!

È sera. Sono le 22.30 circa. Mentre pensavo a svariate cose, tra cui il fatto che non scrivo spessissimo e di questo mi scuso, mi è venuta in mente una cosa e ho pensato di condividerla con voi.

Come sapete sono un appassionato di libri. Leggo un pò di tutto, dai libri thriller, a quelli romantici a quelli d'avventura a quelli fantasy, passo dai classici e anche dalla letteratura scientifica inoltre adoro leggere fumetti. Insomma, mi piace leggere.

Da un pò di tempo, nella mia mente tanto, nella messa in pratica poco, ho pensato di scrivere un libro. Nella mia testa ho tante cose da raccontare e una buona volta ho deciso di ordinare queste idee e scrivere.
Però da subito, i dubbi mi assalivano come se non ci fosse un domani. "Scrivo male?", "Ci sono sicuramente delle regole particolari per scrivere un buon libro", "Sto sicuramente sbagliando qualcosa" e così via. 
Così partivano le ricerche disperate su internet, alla ricerca (scusate la ripetizione) di qualche regola o consiglio da parte dei grandi scrittori o da chiunque altro.
Di regole e consigli se ne trovano in quantità sul web e ho letto tante, tante cose.

Poi però, un bel giorno ho pensato.

Scrivere, per me, è differente a seconda delle situazioni. Può essere uno sfogo, un divertimento, un modo per liberare le mie idee. Ecco. Iniziare un libro, per me è tutte queste cose ma insieme. È un qualcosa che mi rilassa anche se mi fa stare concentrato e mi fa fare svariate ricerche, è un modo per esprimere anche miei pensieri. È tante cose. 
E più leggevo quelle regole e quei consigli, più mi dicevo: "Non li voglio seguire".
Così ho cominciato a pensare alle mie, di regole.

Ho riflettuto su una cosa. 
Io leggo.
So esattamente cosa vorrei trovare in un libro, il modo in cui questo mi piacerebbe fosse scritto etc...
Non voglio seguire regole e consigli di altri.
Voglio seguire i miei pensieri e le mie idee. 
Se c'è una cosa che ho notato, leggendo, è che ognuno ha un suo stile, un suo modo di scrivere, una sua impostazione. Il cercare di imitare, in tutto e per tutto, altri, non ti rende lo scrittore migliore. Per niente. Con questo non dico che se piace lo stile di uno scrittore e lo si vuole fare proprio, questa sia una cosa sbagliata. Penso solo che se ci affidiamo troppo a questo, alle mille regole di mille autori... perdiamo troppo. 
Credo che la scrittura sia un viaggio. Così come lo è leggere. E ogni viaggio va vissuto personalmente. 


Quindi, futuri scrittori, scrittori in cerca di idee o appassionati, se avete intenzione di scrivere, abbandonate l'idea di cercare regole ( se non per il layout, che nervi quello) e lasciatevi andare. Scrivete a modo vostro, come più vi piace, seguite il vostro di stile. 
Sapete perchè? Perchè prima di noi, altra gente ha scritto, creando un proprio stile, piano piano. 
Il lavoro sarà sicuramente duro, non lo so, lo posso solo immaginare pensando a tutti i libri che ho letto. Ci vorrà tempo e sicuramente, come quasi in tutti i progetti del genere, ci saranno i momenti di sconforto e in cui l'unico pensiero sarà quello di lasciar perdere e chiudere questa idea. È normale. Inoltre, più si andrà avanti nella rilettura, più si penserà: "Questo libro fa schifo. Ma cosa sto scrivendo?". Ecco, fate un respiro profondo e continuate. Scrivete, mettete nero su bianco le vostre idee, i vostri racconti, voi stessi. Non state sbagliando. 
Andate avanti e non arrendetevi, mai. In questo come in tutta la vita!



Da un semplice appassionato.









mercoledì 1 agosto 2018

3 FIABE COME (FORSE) NON LE AVETE MAI LETTE

Ciao a tutti!

Innanzitutto scusate l'assenza. Ho avuto un pò di contrattempi e ora mi sono finalmente liberato di un pò di cose.

Allora! Ripartiamo alla grande con questo articolo, ecco delle cose che forse non sapevate su alcune delle fiabe più conosciute di tutti i tempi dei fratelli Grimm. Cominciamo!


1. Il principe ranocchio

Per quanto la bella storiella della principessa, che bacia il rospo il quale diventa un bellissimo principe, sia dolce e smielata, la VERA fiaba non lo è.

Infatti la fiaba narra di una principessa che, giocando in un bosco vicino casa, fa rotolare la palla in acqua e piano piano la palla affonda. Arriva in suo soccorso un ranocchio che, in cambio della sua compagnia, le riporta la palla. La principessa però non aveva alcuna intenzione di giocare con un ranocchio, così appena lui le da la palla, lei scappa via, convinta che tanto non la potrà trovare.
Così, il giorno dopo, mentre la principessa sedeva a tavola, si sentì bussare alla porta. Andò ad aprire e vide il ranocchio e subito chiuse la porta. Il re si accorse del batticuore della figlia e le chiese il problema. Quindi la bambina spiegò tutto al re il quale le disse chiaramente che le promesse vanno mantenute. La principessa fu costretta ad aprire al ranocchio il quale stette con lei tutta la sera, finchè le chiese di accompagnarlo nella sua cameretta e andare a dormire. Alla principessa, ripugnava anche solo il pensiero di sfiorarlo con il dito però fu rimproverata dal re e salì in camera. Ad un certo punto, dopo le continue proteste del ranocchio, mentre erano sopra, la principessa lo prese e lo scagliò con tutte le sue forze contro il muro. Ma nel ricadere a terra, non era più un ranocchio ma un bel principe. E per volontà del re, futuro sposo della principessa.



2. Raperonzolo

Chi non conosce la famosa fiaba di raperonzolo? Lunghi capelli, una strega e un principe. Bene. Potrebbe essere un pò più cruenta.
Eccola qui:

Marito e moglie non potevano avere figli, finchè un giorno riuscirono. La moglie affacciandosi dalla finestra, vedeva un giardino con un'aiuola coltivata a raperonzoli. Il giardino apparteneva ad una strega potente e nessuno osava avvicinarsi. Così per la voglia di questi raperonzoli, le prese una malattia, Il marito dispiacendosene, al calar della notte scavalcò il muro e andò a rubare i raperonzoli. Ma col passare del tempo la voglia si triplicò e il marito fu nuovamente costretto a rubarli ma fu visto dalla strega che in cambio chiese il bambino che la moglie doveva dare al mondo e l'uomo accettò. La strega chiamò la neonata Raperonzolo e quando compì 12 anni, la rinchiuse in una torre che aveva solo una piccola finestra in cima.
Crescendo, diventò una bellissima bambina, con dei lunghissimi capelli. Quando sentiva la voce della strega:
                                     Raperonzolo, Raperonzolo, calami il tuo fronzolo

scioglieva i suoi capelli e li lanciava fuori dalla finestra, creando così una fune con cui la strega poteva salire.
Un giorno, il principe, passò con il suo cavallo vicino la torre e udì un canto soave. Volle avvicinarsi ma non trovò alcuna porta. Così ogni giorno tornava per sentire quel canto. Un giorno vide la strega avvicinarsi, recitare le parole e le trecce della ragazza cadere dalla finestra. Così il giorno dopo, andò e recitò anche lui quelle parole, Raperonzolo fece scendere le sue trecce e il principe salì. Lei inizialmente si spaventò dato che non aveva mai visto un uomo. I due si innamorarono e lei acconsentì a diventare sua sposa. Ma non sapeva come scendere dalla torre, così escogitarono un piano. Il principe doveva andare a prendere una matassa di seta così lei ne avrebbe fatto una scala. Nel frattempo lui sarebbe andato a trovarla ogni sera. Inizialmente la strega non si accorse di nulla, finchè Raperonzolo, un giorno si tradì nel parlarle. La strega si infuriò, le taglio i capelli e la cacciò in un luogo deserto ma non contenta di ciò, la sera quando venne il principe e chiese di calare le trecce, lei prese i capelli e li fece ricadere e quando il principe salì trovò la strega che gli disse che non l'avrebbe rivista mai più. In preda alla disperazione, il principe si gettò dalla torre, cadendo su dei pruni, non morì ma si forò gli occhi.
Prese a vagare per anni, finchè un giorno, arrivò nel luogo in cui viveva Raperonzolo, con i due gemelli che aveva partorito. Udendo una voce che conosceva fin troppo bene, il principe andò in quella direzione. Raperonzolo lo vide e piangendo lo abbracciò. Quando le lacrime bagnarono il volto del principe, i suoi occhi diventarono nuovamente chiari e riprese a vedere. Condusse Raperonzolo nel suo regno e vissero felici e contenti.



3. Cenerentola

Ultima ma non per importanza, Cenerentola.

Ad un uomo si ammalò la moglie che prima di morire chiamò la figlia e le disse di essere sempre buona e gentile con il prossimo.
L'anno dopo, l'uomo si sposò nuovamente. Con la moglie, entrarono in casa anche le figlie, due ragazze belle a vedersi ma cattive. Cominciarono a trattarla come una serva e a prenderla in giro giorno dopo giorno. La sera, stanca, andava a coricarsi sulla cenere vicino al focolare, per questo la chiamarono Cenerentola.
Il padre andava in viaggio per lavoro e un giorno chiese alle tre figlie cosa volessero portato. Le sorellastre di Cenerentola volevano gioielli mentre lei chiese al padre di portarle il ramo di nocciolo che avrebbe urtato la sua testa. Lui glielo portò e lei lo piantò sulla tomba della madre e crebbe un grandissimo albero su cui si posava un uccellino. Quando Cenerentola desiderava qualcosa, l'uccellino svolazzava e dal becco faceva scivolare quello che Cenerentola voleva.
Un giorno il re dette una festa che doveva durare tre giorni e a cui furono invitate tutte le belle fanciulle del paese, così che suo figlio potesse prendere moglie. Così, arrivato l'invito, le due sorellastre erano al settimo cielo e costrinsero Cenerentola ad aiutarle a prepararsi. Lei però voleva andare alla festa e lo chiese alla matrigna che le disse che aveva buttato una scodella di lenticchie nella cenere, se entro due ore sarebbe riuscita a vagliarle, sarebbe andata con loro.
Cenerentola, con l'aiuto delle colombe, riuscì nel suo intento ma la matrigna le proibì ugualmente di andare.
Così lei chiese all'uccellino che dal becco fece scivolare una veste d'oro e d'argento e scarpette d'argento e di seta. Andò alla festa ma le sorellastre e la matrigna non la riconobbero. Il principe appena la vide, la prese per mano e non volle danzare con altra fanciulla se non con lei, per tutta la sera. Ad un certo punto lei volle andare via e il principe volle accompagnarla ma lei sgusciò via e scappò verso casa. Lasciò le vesti sulla tomba e quando tornarono a casa, la videro sulla cenere.
Il giorno dopo, Cenerentola, di nuovo andò dall'uccellino che fece ricadere un vestito ancora più bello. Il principe la stava aspettando e danzò con lei per tutta la sera. Nuovamente quando lei volle andare via, lui provò a seguirla ma lei riuscì a fuggire.
Il terzo giorno, nuovamente l'uccello fece cadere un abito ancora più bello e questa volta le scarpette erano d'oro. Quando arrivò, tutti l'ammirarono con meraviglia e il principe volle danzare nuovamente solo con lei. Appena lei volle andare via, come al solito fuggì. Il principe però fece stendere uno strato di pece, così quando lei andò via, una scarpetta rimase attaccata e il principe la prese.
Il giorno dopo, il principe disse che solo la fanciulla il cui piede calzava perfettamente, sarebbe diventata sua moglie. Le sorellastre se ne felicitarono e andarono subito a calzare la scarpetta. La maggiore la provò ma per quanti sforzi facesse, l'alluce non voleva entrare. Così la madre le disse che, una volta diventata regina, non sarebbe più andata a piedi. La ragazza prese la forbice e si taglio il dito. Andò dal principe che la prese con se sul suo cavallo ma passati davanti al nocciolo e alla tomba, le colombelle dissero di fare attenzione a tutto quel sangue. Così il principe controllò e riportò la falsa fidanzata a casa.
La seconda sorellastra andò in camera e provò la scarpetta ma per quanti sforzi facesse, non riusciva a fare entrare il tallone, così la madre le disse di tagliarne una fetta, lei tagliò e soffocando il dolore andò dal principe che la prese con sé sul suo cavallo. Di nuovo, passarono davanti alla tomba e al nocciolo e le colombelle avvertirono il principe del sangue. Il principe controllò e la riportò a casa. Arrivati, chiese se c'era un'altra figlia, il padre rispose che c'era solo un'intristita Cenerentolina della vecchia moglie e che non aveva senso fare la prova con lei. Il principe la volle vedere lo stesso e quando lei arrivò, il principe la fece sedere e le fece provare la scarpetta...che le stava a pennello, alzandosi il volto e guardandola, il principe riconobbe la bella fanciulla con cui aveva danzato, la prese e la portò con sé per sposarla.
Alle nozze, le sorellastre, provarono a ingraziarsi la sposa.
Mentre gli sposi andavano in chiesa, la maggiore era a destra e la minore a sinistra e le colombe cavarono un occhio a ciascuna, poi, all'uscita, la minore stava a destra e la maggiore a sinistra e nuovamente le colombe cavarono il restante occhio a entrambe. La punizione per la loro malvagità fu di rimanere cieche a vita.



Ed eccoci alla fine. Che ne pensate, un pò macabre, soprattutto Cenerentola, vero?😉











giovedì 28 giugno 2018

Frankenstein

Ciao a tutti!
Scusate l'assenza ma con la sessione universitaria...
Comunque. Oggi volevo presentarvi un classico.

Frankenstein 
Mary Shelley




Un capitano, Robert Walton, in viaggio verso il polo, scrive delle lettere alla sorella. In queste lettere racconta come, dopo un problema riguardante la nave, l'equipaggio scorge una figura tra i ghiacci. Finché ritrovata la persona, dopo l'insistenza viene fatto salire l'uomo. Questo si presenta come dottor Victor Frankenstein, scienziato. Una volta a bordo, costui racconta la storia della sua vita. La sua infanzia, i suoi studi e il desiderio di creare un essere umano perfetto. Fino alle conseguenze delle sue azioni. 


Duplice intento, possibilità di vita dopo la morte e orrore dell'animo umano. Ecco cosa suscita questo Frankenstein di Mary Shelley.
Il desiderio dell'umanità di vivere per sempre, anche se per farlo, devono essere compiute azioni riprovevoli.
Ma dall'altro lato, la repulsione, la paura del diverso. Quella paura che provoca azioni crudeli e che fa da inizio ad un continuo vendicarsi che può fermarsi solo con la morte.

venerdì 22 giugno 2018

Il pane sotto la neve


Ciao a tutti, bentornati!

Per l'articolo di oggi, vi propongo un libro che mi ha letteralmente stregato: "Il pane sotto la neve" di Vanessa Navicelli.


Il pane sotto la neve
Vanessa Navicelli


"Sotto la neve il pane" sussurra Tino, guardando le sue colline così bianche.
"Anche la libertà, per ora, riposa sotto la neve" sospira Nuvolari. "Ma arriverà la primavera... e quest'anno non sarà solo il grano a germogliare."








Il libro ambientato nella prima parte del 1900, segue le vicende di una povera famiglia emiliana, tra le gioie ed i dolori della loro condizione e del periodo storico, con le guerre mondiali e le leggi razziali.
In questo libro viene riportata quella che era la condizione, reale, delle persone del periodo. La povertà, la fame, il dolore che si può provare quando hai paura di non poter sfamare la famiglia. Ma non solo questo. Viene riportata anche la gioia, la vera gioia. Quella semplice e al tempo stesso vera, di chi, pur con tante difficoltà, combatte per la propria vita e la propria famiglia.
Si parla delle guerre mondiali, del dolore del "farsi soldato", della poca informazione che (volendo, come oggi) c'era in giro, soprattutto per chi, isolato dalla città e senza istruzione, viveva in campagna. Si parla delle leggi razziali, del fascismo e del nazismo, delle morti ingiuste, dei partigiani e della resistenza. Della libertà e dell'amore. Al centro di tutto questo, la serenella, la cui fioritura porta sempre speranza nel cuore della famiglia.
La storia in alcuni punti fa commuovere, in altri stempera con brevi momenti di gioia, ad indicare che anche se il momento è quello che è, la vita non è solo dolore. È anche gioia. Una gioia semplice, fatta di attimi ma pur sempre gioia. Amare la propria famiglia. I piccoli litigi, le incomprensioni. L'amore che non muore mai. Posso dire che sembrava fossi lì con loro, sentivo quasi di partecipare alle loro conversazioni, ridevo, mi commuovevo. La parte storica è trattata con minuziosità. Fa da sfondo ma è anch'essa protagonista della storia.

Lascio a voi, il resto, con la lettura di questo splendido libro.

Consigliato!

lunedì 18 giugno 2018

Sette brevi lezioni di fisica

Ciao!

Oggi vi presento una piccola chicca.


Sette brevi lezioni di fisica
Carlo Rovelli



"Qui, sul fronte, oltre i bordi del sapere attuale, la scienza diventa ancora più bella. Nella fucina incandescente delle idee che nascono, delle intuizioni, dei tentativi. Delle strade intraprese e poi abbandonate , degli entusiasmi. Nello sforzo di immaginare quello che ancora non è stato immaginato."

Il libro che vi presento oggi si intitola "Sette brevi lezioni di fisica" ed è stato scritto da Carlo Rovelli.
Nel saggio, vengono trattati sette argomenti di fisica che hanno scosso il XX secolo: teoria della relatività; teoria dei quanti; struttura del cosmo; particelle; origine del cosmo; probabilità, tempo e calore dei buchi neri; l'uomo.

Tempo fa, cercavo su internet qualche libro un pò particolare, magari di argomento scientifico. Ogni tanto bisogna anche variare. Finchè girando un pò qui e un pò lì, mi imbatto in questo saggio. Soffermandomi, leggo su internet che è un libro dedicato a tutti. "Mah" pensai, scettico.
Mi decisi a comprarlo perchè comunque ero interessato alla trattazione degli argomenti.

Devo dire che quei commenti erano completamente esatti. Questo libro tratta particolari argomenti scientifici che sono stati al centro dei dibattiti dell'ultimo secolo. Vengono trattati con una semplicità quasi estrema. La passione, la gioia con cui sono esposti fanno comprendere quanto la fisica sia fondamentale in ogni nostro gesto.

Sicuramente, se avete letto la sezione "Su di me", in cui c'è scritto che studio ingegneria, penserete "Beh, lui è di parte", invece posso assicurarvi di no. Io stesso nel leggerlo, sono rimasto incantato dall'esposizione.

Questo è un libro adatto a tutti, sia a chi è vicino, sia a chi è lontano dalla scienza ma vuole fare un passo incontro. D'altronde sono argomenti ancora al centro di grandi scoperte e credo che una piccola infarinatura non possa nuocere a nessuno.


Consigliato

venerdì 15 giugno 2018

Le notti di Salem

Ciao!

Nuovo post, genere nuovo, oggi parleremo di un horror. Come non parlare di Stephen King?
Andiamo subito a noi!

Le notti di Salem
Stephen King



Trama

Uno scrittore torna nel villaggio della sua infanzia, 'salem's Lot, per cercare di superare un'esperienza terribile vissuta da ragazzo in una casa che domina il villaggio, Casa Marsten. Intraprende una relazione e nel frattempo cerca di scrivere un libro, basato appunto sulla casa.
I nuovi proprietari, il signor Barlow e il signor Straker, sono due uomini d'affari misteriosi il cui arrivo coincide con una serie di strani delitti.
L'indagine porterà ad una sconcertante verità.


Il libro è interessante ma può essere pesante se si cerca un horror tranquillo (nella scrittura). Perde tempo prima di arrivare al succo della questione e stanca se, ripeto, si cerca una lettura veloce. La trama è bella ma secondo me si poteva fare di più. ( Lo so, sto parlando di King e dovrei solo stare zitto. Shame on me). Non ho apprezzato particolarmente la descrizione dei "cattivi" della storia e forse il libro mette un pò troppa carne sul fuoco.
Credo sia un libro da leggere ma senza troppe pretese.


Consigliato...ni

giovedì 14 giugno 2018

Ebook o cartaceo?

Ciao a tutti!

Oggi, pensando ai numerosi libri in lista, ho guardato la camera, vedendo che effettivamente non so più dove poterli mettere. Sono tantissimi e i posti cominciano a scarseggiare. Di conseguenza ho pensato agli ebook. 

Fulmini e saette da parte dei lettori cartacei accaniti!

Scherzi a parte, è un'idea che mi è saltata davvero in mente, sia per la comodità che per lo spazio.
Poi però ho pensato: "Dovrei rinunciare all'odore del libro nuovo? Al piacere di accarezzare e cambiare pagina, volta dopo volta?"

Di conseguenza, il pensiero successivo è andato a qualche altra mensola da appendere chissà dove, per il momento.

Fin da piccolo (si, da piccolo ero l'unico tra i miei coetanei a leggere), una delle cose che adoravo, leggendo, era proprio il toccare con mano le pagine che stavo leggendo, come se fosse un modo per apprezzare meglio le storie stesse. 
Quindi momentaneamente ho abbandonato l'idea degli ebook e rimango sul cartaceo. Anche se forse, tra qualche tempo mi sposterò in attesa di qualche spazio aggiuntivo.

Chissà, da futuro ingegnere, forse dovrei inventare qualche libreria che con un tocco diventa una valigetta...



E voi? Condividete questo pensiero? O preferite gli ebook? Parliamone!





mercoledì 13 giugno 2018

La storia infinita

Ciao!

Nuovo post. Questa volta passo al genere fantasy, sotto sotto il mio preferito.
Oggi voglio parlarvi della storia infinita, finito di leggere da poco.

L'altro giorno, in libreria, ero alla ricerca di un libro (ovviamente) ma senza idee. Volevo vedere cosa mi attirava di più, lo faccio spesso.
Finchè arrivato al reparto fantasy, vedo questo libro. Il titolo lo conoscevo ovviamente, chi da bambino non ha visto i film?
Il libro, partendo dall'estetica, è bellissimo, dalla copertina all'interno. Fantastici i capi lettera.
Anche se già conoscevo la storia (comunque non la ricordavo tutta), l'ho aperto per leggere qualche riga, d'altronde il libro non si giudica dalla copertina ed effettivamente mi ha incuriosito molto. Insomma. Vedendo che il piccolino costava pure poco, l'ho comprato senza pensarci troppo.


La storia infinita
Michael Ende




Trama

Bastiano è un goffo ragazzo la cui passione è quella di raccontare storie e leggere. Un giorno, rincorso dai bulli della scuola, si nasconde in una libreria, lì trova un volume intitolato "La storia infinita". Il libraio non vuole venderlo ma Bastiano, colpito dal libro, lo ruba e scappa via. Nel leggerlo, si immerge nella storia, capendo pian piano che non è solo un lettore ma il protagonista, colui che deve salvare il regno di Fantàsia.


Un libro che ti prende totalmente. Molto scorrevole.
Mi aspettavo si chiudesse molto prima. Leggendolo sembra si arrivi subito alla fine, per scoprire che in realtà sei solo all'inizio. D'altronde, il titolo la dice lunga. Personalmente la prima parte mi ha preso molto, mentre arrivati alla seconda parte mi ha cominciato a stancare. Sembrava come se fosse stato allungato il brodo, per così dire. Ma non mi sono dato per vinto, infatti la parte finale è emozionante e bellissima. In un certo senso triste e commovente.
Forse uno degli insegnamenti del libro che mi ha colpito di più è stato quello di accettarsi per come si è. Non cercare di trasformarsi in un individuo sconosciuto solo per piacere agli altri. Perchè poi, alla fine dei conti, possiamo arrivare a perdere noi stessi.

Lo consiglio vivamente a chi non ricerca una lettura impegnativa ed è amante del genere. Se arrivati a metà vi stanca, non demordete e arrivate fino alla fine.



Consigliato


lunedì 11 giugno 2018

Manuale del guerriero della luce

Ciao!
Eccomi con un nuovo post. Come immagino abbiate notato non mi soffermo troppo su un genere e navigo tra i più disparati, per ora. Ogni tanto parlerò di libri del medesimo genere ogni tanto no. D'altronde voglio solo aiutarvi nella scelta della prossima lettura ;)

Andiamo a noi.




Manuale del guerriero della luce
Paulo Coelho

Non è un libro che segue una trama particolare. Si può definire come una raccolta di massime. Ha una sua storia, quello si. Ma principalmente, come ho detto prima, è una raccolta.
Questa si concentra sul guerriero della luce, quell'individuo definito come colui che "è capace di comprendere il miracolo della vita e di lottare fino alla fine per qualcosa in cui crede". 


Trama
Il libro comincia con un incontro fra un bambino ed una donna. La donna parla al bambino di un tempio con tante campane in una spiaggia del paese e lo invita a visitarlo. Arrivato lì il bambino non vede nulla e viene a sapere dai pescatori che l'isola su cui si trovava il tempio è ormai sprofondata ma le campane si possono sentire ancora. Il bambino allora, giorno dopo giorno prova ad ascoltare quel suono senza mai riuscirci. Finchè tempo dopo dimentica la donna. Si interessa a scoprire i tesori del tempio e cerca sempre di ascoltare le campane per localizzarlo. Quello che all'inizio era rumore, il suono delle onde, i gabbiani, il vento, diventa per lui il suono della natura e alla fine, quando si arrende e decide di lasciar perdere, non essendo più concentrato sulle campane, riascolta ogni singolo suono e capisce quanto la vita sia meravigliosa. Finchè, ormai libero dal pensiero delle campane, riesce a sentirle.
Anni dopo torna al paese e alla spiaggia, senza più interesse per i tesori del tempio. Passeggiando, rivede la donna che anni prima gli aveva parlato. Questa gli porge un quaderno e inizia una discussione sul guerriero della luce.

Da qui cominciano le massime cui segue, alla fine, un epilogo che chiude la citata (scusate la lunghezza) storia iniziale. 



Consigliato?

Paulo Coelho è uno scrittore che mi ha sempre affascinato. Nei suoi libri, ritrovo molti pensieri e molte situazioni che chi più, chi meno, si trova a vivere.
In questa raccolta, vengono esaminati i comportamenti che dovrebbero essere tenuti nelle varie situazioni, le sfide che il guerriero si trova ad affrontare e i numerosi dilemmi che gli si pongono lungo il cammino, per poter alla fine, diventare guerriero della luce.

Non è un libro che va letto tutto d'un fiato. Piuttosto un libro da tenere sempre sul comodino e da cui attingere ogni giorno, ogni due giorni, qualche massima. In modo tale da apprendere bene il pensiero e capire se si è d'accordo o meno con l'insegnamento che sta dietro questo. E in tal caso, provare a metterlo in pratica. Libro molto particolare questo, anche se non è l'unico di Coelho che una volta finito, ti lascia un bagaglio da portare sempre dentro il proprio cuore.

Consigliato.



venerdì 8 giugno 2018

Il dottor Jekyll e Mr. Hyde

Ciao a tutti!
Ecco un nuovo post. Questa volta andiamo a toccare una storia che bene o male conoscono tutti: Il dottor Jekyll e Mr. Hyde

(Giuro l'ho riletto tre volte e mi sono accorto solo all'ultimo della battuta "bene o male")







Dottor Jekyll & Mr. Hyde
Robert Louis Stevenson


Il dottor Jekyll, uomo di scienza, riesce a inventare una pozione che provoca uno sdoppiamento di personalità. La prima, quella che conoscono tutti, il dottor Jekyll, dottore in diversi campi, buono. La seconda, invece, è rappresentata da Mr. Hyde, crudele ometto che rappresenta, appunto, la sua parte peggiore. Convinto di aver fatto una ricerca sensazionale, dovrà fare i conti con le conseguenze di questa doppia personalità e con il terrore che provocherà nei cuori e nelle vite di molti.

Chi non conosce questa storia? Se non per il libro, sicuramente per una delle mille rappresentazioni cinematografiche. È un racconto gotico di Robert Louis Stevenson, ambientato a Londra.
È una storia che sicuramente colpisce, se la si legge immergendosi completamente.
La rappresentazione di più personalità, lo scontro, presente ormai sempre, tra bene e male.
Il male, appunto, qui viene rappresentato in maniera quasi cruda, quel male che il solo vederlo fa stare male, la sua rappresentazione fisica, vista in Mr. Hyde.
Sarò sincero, in alcuni punti potrebbe stancare, ma è un libro "diverso" se me lo concedete e merita di essere letto dall'inizio alla fine.



Consigliato... ni 


Piccola riflessione su Mr. Hyde

Quando sentiamo il titolo, siamo quasi tutti portati a pensare a Mr. Hyde, colpa anche di qualche rappresentazione cinematografica più moderna, ad un mostro, fisicamente parlando, dimensioni enormi e fattezze orrende.
Ecco, non è proprio così. Io stesso una volta letto il libro mi sono dovuto ricredere. Per forza di cose.
La mostruosità fisica che traspare in qualche versione cinematografica è da ricercare nella persona di Mr. Hyde. Descritto nel libro come un uomo di bassa statura, quasi un nano ma senza malformazioni particolari. Però riesce a provocare in chi lo guarda, una sorta di disgusto, ripugnanza.
Ovviamente io qui do solo la mia opinione e quindi ve la espongo:
Mr. Hyde è l'impersonificazione del male, quel male che il solo guardare, ti fa venire ribrezzo.
L'unico motivo, penso, per cui viene rappresentato alle volte come un mostro gigante, alle volte come un uomo di alta statura e fisicamente ben messo, è che è difficile riprodurre cinematograficamente la descrizione di un così semplice ma allo stesso tempo difficile personaggio. Il male che emana non è riproducibile se non prendendo una persona che emana la stessa sensazione. Di conseguenza se non si può riprodurre esternamente questo male, tanto vale riprodurlo nelle fattezze.

giovedì 7 giugno 2018

Si comincia con i gialli


Ciao a tutti. Eccomi con il primo post. Anche se dietro un computer è comunque un bel passo quello di aprire un blog e spero possiate perdonare qualche mancanza al suo interno, pian piano imparerò a sfruttare tutto al meglio. 

Comunque, andiamo a noi. Oggi vi presento due titoli di Agatha Christie: È un problema e Dieci piccoli indiani.




È un problema, alias Crooked House
Agatha Christie

Non chiedetemi il perchè della traduzione, anche io avrei preferito il titolo inglese.
La storia è incentrata sulla ricerca dell'assassino di Aristide Leonides, un ricco ultraottantenne, sposato con Brenda una giovane ragazza di umili origini. Alla sua morte si viene a sapere che qualcuno gli ha iniettato una sostanza letale al posto dell'insulina. Vengono accusati da subito la moglie e il precettore dei nipoti per una ipotizzata relazione tra i due. Le indagini non tardano ad essere scombussolate da nuovi e strani eventi e le strade per trovare l'assassino non si chiudono solo ai due.
Libro molto emozionante. Tema importante è quello della famiglia, vista come un'entità da proteggere. Viene esaminata nei particolari la famiglia della vittima, ognuno con i suoi segreti e i suoi rancori. Si trova un contrasto fra il ricco e il povero, chi non può permettersi determinate cose viene visto sotto una cattiva luce. I personaggi vengono descritti per come appare la loro natura e il finale, forse, può spiazzare. Personalmente, avevo capito molto prima chi era l'assassino.


Consigliato



Dieci piccoli indiani
Agatha Christie

Otto persone vengono invitate su un isola chiamata Nigger Island. Ad invitarli è stato un certo signor Owen tramite delle lettere. Appena sbarcati, trovano ad attenderli due domestici, mentre i signori Owen non ci sono. Nessuno di loro si conosce.
Gli ospiti si sistemano nelle stanze e trovano, appesa, una filastrocca riguardante dieci piccoli indiani che uno dopo l'altro muoiono in diverse circostanze. Arrivati alla sera, dopo cena, da un grammofono proviene una voce che dice che tutte e dieci le persone riunite in quell'isola sono assassini.
Comincia allora una caccia, tra chi crede e chi no alla voce del grammofono. Ma le domande sono tante: Di chi era la voce? Perchè sono stati riuniti? Dov'è il signor Owen?
Da quel momento cominciano le morti. Ma chi è l'assassino? Forse uno di loro? O c'è qualcuno che in un punto nascosto li spia?


Cosa dire? Questo libro mi ha tenuto con la bocca aperta tutto il tempo. Ci sono momenti in cui il fiato ti manca. Avvincente, emozionante. L'animo umano viene aperto e alle volte quello che ci trovi non è per niente bello. Credo uno dei libri più belli letti fino ad ora.

Consigliato